Jose Martì

José Martì

Italo Calvino 
Jose Martì 
Papito Jala Jala 
Passione Salsa 
Crociera 2008 

Uno dei primi nomi che sentiamo quando arriviamo a Cuba è quello di Josè Martì: Josè Martì Internatonal Airport appunto, così come è denominato l’aeroporto de l’Avana.

Josè Julian Martì Pèrez (Avana 28 gennaio 1853 – 19 maggio 1895) è stato un personaggio che ha lasciato un segno nella storia di Cuba, nella sua letteratura ed anche nella musica cubana: oltre ad essere un grande scrittore, poeta e giornalista fu anche uno stimato pittore ma soprattutto è considerato il più grande eroe nazionale perché fu un leader del movimento per l’indipendenza cubana.

Su  Martì si potrebbero scrivere fiumi di parole e trattati a livello biografico, politico e letterario e non c’è  scuola, ministero, museo, giardino o piazza principale di Cuba dove non sia posto un suo busto o ritratto (egli compare anche sulle banconote cubane da 1 peso). Sotto l’obelisco di Plaza de La Revoluctiòn si può visitare un grande mausoleo che raccoglie tutto lo scibile sul suo conto.

Nato a Cuba quando era ancora una colonia spagnola, da giovanissimo rimase molto colpito dall’arresto e dalla deportazione di un suo vecchio insegnante da parte dei dominatori spagnoli: da quel momento decise di dedicare buona parte della sua vita alla causa dell’indipendenza cubana e alla lotta contro lo schiavismo che sull’isola era ancora molto praticato. Le autorità coloniali chiusero la scuola che frequentava Martì il quale, nonostante la giovane età,  aveva già composto dei testi di successo (tra i quali il celebre sonetto “10 de octubre”); egli fu quindi costretto ad abbandonare gli studi mentre continuava a crescere il suo odio nei confronti dei colonizzatori e nel 1869 fu arrestato e incarcerato con l’accusa di tradimento. Poiché aveva solo 16 anni, i genitori cercarono di ottenere la sua scarcerazione interpellando direttamente il governo ma invano: il giovane fu condannato a sei anni di reclusione durante i quali si ammalò a causa delle lesioni  causate  dalle catene che gli cingevano le gambe e fu deportato all’Isla de Pinos (ribattezzata dal 1978 Isla de la Joventud ). In seguito fu confinato in Spagna a Madrid dove scrisse “El presidio politico en Cuba”, pubblicato nel 1877, in cui denuncia gli orrori del carcere coloniale; in Spagna completò gli studi, poi si trasferì per qualche tempo in Francia finché nel 1877 riuscì a rientrare a Cuba sotto falso nome. Nel  1880 si trasferì negli Stati Uniti dove mobilitò la comunità degli esiliati cubani con l’obiettivo della liberazione nazionale e la creazione di una repubblica democratica: raggruppò tutti gli emigrati e gli esiliati fondando il primo partito rivoluzionario di Cuba per ottenere l’indipendenza dalla Spagna e, nello stesso tempo, per opporsi all’annessione di Cuba agli Stati Uniti. L’11 aprile del 1895 sbarcò a Cuba con un reparto di esuli ribelli e il 19 maggio venne ucciso dalle truppe spagnole durante la battaglia a Boca de Dos Rìos; è sepolto nel Cementerio Santa Efigenia a Santiago de Cuba.

Poeta sensibile, uomo dalla vita privata e familiare costellata da amori intensi,  Martì fu un gran pensatore d’avanguardia che elaborò idee baluardo non solo per i rivoluzionari del suo tempo ma anche per quelli delle generazioni successive. La sua opera omnia in prosa, costituta da scritti politici, analisi economiche e resoconti sociali su vari paesi del Caribe, è raccolta in 12 volumi; i suoi lavori meglio riusciti ed apprezzati furono i trattati politici (“Manifesto di Montecristi”) e soprattutto i libri per bambini: “ La Edad de Oro” è il più letto.

“I Versos Sencillos”, pubblicati a New York nel 1891, ottennero un successo immediato: alcuni versi dei poemi della collezione furono inseriti e  trasposti in musica dal musicista spagnolo Juliàn Orbòn in “Guantanamera” che è divenuta la canzone cubana più famosa grazie al cantante e compositore cubano Joselìto Fernàndez che la interpretò per la prima volta nel 1932 alla radio; tuttavia altre fonti attribuiscono la stesura musicale finale di “Guantanamera” al musicista cubano Hèctor Angulo nel 1950; infine, grazie all’opera divulgativa del cantante statunitense Pete Seeger (uno dei maestri di Bob Dylan e collega di Joan Baez alla ricerca di canzoni di protesta contro la guerra) che nel 1963 eseguì la canzone in un concerto alla Carnige Hall, “Guantanamera” divenne famosa a livello internazionale e non solo tra le canzoni per la pace e la libertà.

La “Guajira Guantanamera”, come dice il ritornello della canzone, è una contadina di Guantànamo, la baia cubana da tempo proprietà del governo degli Stati Uniti sede della base militare dei Marines e del carcere tristemente noto; la canzone è una stupenda poesia di pace e di amicizia che, a parte rari casi, è stata sempre cantata nel suo testo originale spagnolo (integrale o abbreviato) dai suoi innumerevoli interpreti tra cui Joan Baez, Jackson Browne, Frank Sinatra e l’italiano Sergio Endrigo (che ne ha fatto una versione italiana intitolata “La rosa bianca” cantata in spagnolo e in italiano a Cuba nel 1964 al cospetto di migliaia di spettatori tra i quali vi era Ernesto Che Guevara).

 Yo soy un hombre sincero
De donde crece la palma,
Y antes de morirme quiero
Echar mis versos del alma.

Guantanamera, guajira guantanamera
Guantanamera, guajira guantanamera

Mi verso es de un verde claro
Y de un carmin encendido
Mi verso es un ciervo herido
Que busca en el monte amparo.

Guantanamera, guajira guantanamera
Guantanamera, guajira guantanamera

Cultivo una rosa blanca,
En Julio como en Enero,
Para el amigo sincero
Que me da su mano franca.

Guantanamera, guajira guantanamera
Guantanamera, guajira guantanamera

Y para el cruel que me arranca
El corazón con que vivo,
Cardo ni urtiga cultivo:
Cultivo la rosa blanca.

Guantanamera, guajira guantanamera
Guantanamera, guajira guantanamera

Yo sé de un pesar profundo
Entre las penas sin nombres:
La esclavidad de los hombres
Es la gran pena del mundo!

Guantanamera, guajira guantanamera
Guantanamera, guajira guantanamera

Con los pobres de la tierra
Quiero yo mi suerte echar.
Con los pobres de la tierra
Quiero yo mi suerte echar,
El arroyo de la sierra
Me complace más que el mar.

Guantanamera, guajira guantanamera
Guantanamera, guajira guantanamera.

GIOVANNA

1 marzo 2007
By Giovanna

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