LA RUEDA

La Rueda

IL SON 
LA SALSA 
LA RUMBA 
IL MAMBO 
IL CHA CHA 
LA RUEDA 

 

La “Rueda de Casino” è una forma di ballo che ha le sue origini nella Contraddanza Francese, importata a Cuba alla fine del 1800 dagli emigrati francesi scappati da Haiti in seguito alle rivolte degli schiavi. Questa forma di ballo è entrata a far parte delle tradizioni cubane e si è trasmessa da una generazione all’altra fino ad acquistare un’emorme popolarità negli ultimi cinquant’anni.

Rueda significa “ruota” ed è un evidente richiamo alla coreografia che assume questa forma di ballo in quanto tutte le coppie partecipanti si dispongono in modo da formare un cerchio; “casino” invece si riferisce al modo di ballare figure più o meno complicate fatte con intrecci e scambi di partners tra i ballerini sul terzo tempo anziché in contrototempo e con poche figure come accadeva ballando il tradizionale Son.

Oggi la “rueda de casino”, o semplicemente “rueda”, è generalmente ballata sul tempo della salsa (cioè sull’uno). Per partecipare è necessario conoscere il tempo della salsa e le figure chiamate dal “leader” cioè da colui che interpreta il ballo e comanda i passi di danza che tutte le coppie partecipanti devono eseguire simultaneamente. La rueda è composta da un minimo di due coppie ad un numero massimo indefinito in quanto è legato alla capienza del locale dove si balla; a volte per ottimizzare gli spazi della sala e permettere l’ingresso in rueda di più coppie si formano altri cerchi concentrici a quello iniziale.

All’interno della rueda quindi esiste un ballerino, definito il “leader”, che con perizia, grazia, inventiva e creatività, chiama le figure da eseguire. Questa “chiamata” può essere “condita” con frasi che rallegrano l’atmosfera e a volte queste frasi finiscono per sostituire il comando stesso: ad esempio un “dame” può diventare “otra que esta no me gusta” o semplicemente “no me gusta”. In certe situazioni, quando ad esempio il volume della musica è molto alto, la chiamata viene facilitata o sostituita con gesti convenzionali interpretati dallo sguardo attento dei ballerini.

Le figure della rueda possono prevedere o no il cambio dei partners; a sua volta il cambio può essere fatto nel verso convenzionale (cioè pa’ abajo) oppure in senso contrario (cioè pa’ arriba) e in questo secondo caso viene esplicitamente indicato nel comando del leader. E’ indispensabile che ogni ballerino esegua correttamente le figure chiamate, al limite “copiando” i movimenti del leader, per mantenere l’integrità del cerchio. Esistono figure “classiche” universali, come ad esempio il “dame”, l’ “enchufla”, la “prima”  (chiamata anche “adios”), ecc. ecc. , ed altre figure “personalizzate” cioè inventate e quindi eseguite in ambito locale; in questo caso generalmente sono figure o movimenti che iniziano con un’enchufla oppure particolari sequenze di figure e comandi classici. A mio giudizio le figure “locali” sono belle quando hanno un richiamo o una gestualità che esprime un legame con l’atmosfera giocosa e/o con l’origine di questo tipo di ballo e soprattutto non esprimono banalità senza un senso o semplici volgarità.

La rueda de casino a Cuba, è un ballo tipico di quartiere, cioè ogni “barrio” (quartiere) ha una sua rueda e ognuno di essi cerca di differenziare e personalizzare le coreografie sia per mettere in difficoltà ed impedire l’ingresso in rueda ad eventuali “intrusi” non desiderati, sia per competere con gli altri quartieri durante le principali feste del Paese. Nelle sale da ballo cubane per entrare nella rueda si deve chiedere il permesso al leader e spesso vige la regola: “el que pierde sale” cioè chi sbaglia esce; con questa regola il leader che desidera estromettere le coppie “intruse” chiama figure da loro non conosciute oppure farfuglia i comandi in modo da essere frainteso o non capito. Durante le principali feste cubane nascono spesso emozionanti e coinvolgenti sfide di rueda che danno origine a spettacoli meravigliosi.

Personalmente apprezzo tantissimo questo tipo di ballo perché, oltre ad essere una piacevole forma di divertimento (sia per chi balla sia per chi semplicemente guarda e si gusta la coreografia), permette ai ballerini di vincere tante timidezze e di socializzare con nuove persone; per questo motivo la utilizzo durante le serate e nei corsi di ballo.

17 febbraio 2006
By Marco Giovannini

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