Carnevale a Santiago

IL CARNEVALE DI SANTIAGO

EL ALMA NERA DE CUBA

IL TROPICANA 
RAFAEL ZAYAS 
Carnevale a Cajamarca 
Carnevale a Santiago 
Anaisa e Rafael 
Domingo Pau 

Santiago: l’anima nera di Cuba. La cassa armonica dei ritmi più africani della musica cubana. Perdersi per le sue strade e le sue piazze è sicuramente il modo migliore e più divertente per conoscerla. Ma soprattutto per incontrare gente. Parlare con loro. Una città dove ognuno ha da raccontarti la sua storia, ha da venderti un oggetto particolare, un cd mai ascoltato, un sigaro mai fumato. Credeteci o no. L’importante è lasciarsi cullare dall’atmosfera, dal caldo del suo asfalto e dall’ombra dei suoi portici, sotto i quali si sente sempre e in continuazione suonare il son e la timba e non è difficile vedere qualcuno che, in maniera estemporanea, si lancia in qualche ballo. I suoi nastri d’asfalto in salita e in discesa ricordano molto la mia Genova. La parte più nascosta e malfamata è molto simile ai miei amati “carruggi”.

C’è sempre qualcuno che ti vuole fare da guida, accompagnare a conoscere la sua città. Arrivarci durante il periodo del Carnevale è davvero fare un tuffo nei colori più sgargianti della Isla Grande, nella sua musica più “sabrosa” e sentita. Il Carnevale è la festa più popolare per i cubani. Partecipano uomini, donne, bambini ed anziani. È l'apoteosi dell'allegria, il perenne sfottò, la baldoria. Il sollievo ed il buon umore caratterizzano in questo periodo festivo la città.

I manicaretti ed i piatti tipici creoli, il ritmo frenetico dei “tamburi”, le comparse ed i carri, le orchestre dal vivo creano un'atmosfera ed un clima di massima espressività popolare.  
Gli elementi comuni che lo caratterizzano sono i balli “multitudinari”. Nelle piazze e nelle strade, le orchestre di musica popolare simultaneamente suonano dal pomeriggio fino alla tarda notte.
Ad adornare la passeggiata ci sono la sfilata di carrozze e comparse che danzano al ritmo dei tamburi, del bombo, dei campanacci e delle trombe. Qui tutta la gente continua a sentire i suoi tradizionali canti di “congas” e a vedere comparse coi loro vestiari tipici, gli emblemi, le gigantesche favole che girano e girano senza fermarsi, mescolando i colori, l'allegria dei loro passi, le storie di ognuno o le leggende che ognuna di esse rappresentano. 

Quello di Santiago di Cuba, la “Capitale dei Carabi” è sicuramente uno dei più famosi “Carnevali” dell’isola. Questi festeggiamenti si caratterizzano per essere meno aristocratici e profondamente pieni di tradizioni coreografiche e musicali importate degli schiavi haitiani al termina del secolo XVIII. Emigrarono nelle zone più orientali della nostra isola, dopo la gran rivoluzione haitiana.  Nonostante le crisi ed ostacoli diversi, gli abitanti di questa calorosa città, hanno saputo mantenere, durante tutti questi anni, una bella tradizione carnevalesca.  

Per alcuni giorni, la musica inonda tutti gli angoli di Santiago, al ritmo dei tamburi, bombo di diverse dimensioni, scatole di legno, padelle, lattine... e la famosissima cornetta cinese; uno strumento emblematico della città, il cui suono particolare convoca ed impone il coro che devono cantare i ballerini e la moltitudine lì presente.  A qualche chilometro del centro della città, gli abitanti dei paesini vicini cominciano poco a poco la conga nei quartieri più periferici, e durante il lungo percorso per arrivare al centro, le persone camminano aggiungendosi ai balli sfrenati delle vie. E la conga si allunga, contagiando col suo ritmo travolgente quasi tutti i ballerini e curiosi che entrano a fare parte della baldoria scatenata e travolgente. Nel carnevale di Santiago non ci sono spettatori davanti alla chiamata della cornetta cinese né forestieri che resistano alla tentazione di immergersi, per le strade di Santiago, insieme alla conga di "Los hoyos", "La conga di "Passo Franco", "San Pedrito", e la centenaria comparsa del "Cocuyè."  Bellissime mulatte camminano ancheggiando su e giù da strade poco pulite e dissestate. La loro sensuale andatura è quella che ogni occidentale cerca di imparare nei corsi di “gestualità”, ma che raramente riesce così perfetta come in natura. Nella Casa della Trova pomeriggio e sera c’è sempre un concerto. Gruppi noti e meno noti fanno da colonna sonora ai frugali pranzi, e alle amene conversazioni davanti ad un mojito o un cuba.  Alla sera il locale si anima di gente. Cubani e turisti si incontrano in un meltin pot salsero ad alto livello. Il posto è al chiuso, ma ha una bellissima balconata esterna che si affaccia sulla strada e ti fa ballare, al chiaro di una luna a portata di mano, le canzoni cubane più belle e struggenti. A volte parte qualche rueda a poche coppie. Una coreografia che rasenta la perfezione stilistica del linguaggio del corpo. Non si può non rimanere a bocca aperta nella speranza che, anche un loro piccolo movimento ti rimanga per sempre impresso nella memoria. Ma quando lasci Santiago, è solo la malinconia che ti resta nel cuore. La promessa che prima o poi ritornerai in una città che non si è fatta scoprire in una sola volta, ma che ti aspetta per mostrarti altri suoi bellissimi ed inediti lati.

Come bene dice quel coro che tutti cantano a Cuba, proprio durante la mascherata più famosa dell’anno: “Apri che lì viene il cocuyè!!!!Apri che lì viene il cocuyè!!!!”.

ROBERTA GALLO

4 marzo 2007
By Roberta Gallo

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