La biografia

Breve biografia e cenni sullo stile

IL TROPICANA 
RAFAEL ZAYAS 
Carnevale a Cajamarca 
Carnevale a Santiago 
Anaisa e Rafael 
Domingo Pau 

Nato il 29 giugno del 1952 a Carolina nelle vicinanze della capitale di Porto Rico, Miguel Matos Chevere cominciò a ballare a tredici anni. Erano gli anni in cui il “Gran Combo” di Puerto Rico aveva portato in auge un nuovo ritmo: lo “jala jala”. Il  giovanissimo Miguel Matos partecipò ad un programma televisivo per una gara di jala jala e sbaragliò tutti gli avversari: da allora fu per tutti “Papito Jala Jala”.

Papito non era un ballerino accademico ma un danzatore da strada, una persona creativa  con eccezionali e naturali doti artistiche di ballerino e coreografo; cominciò così a collaborare con molte orchestre famose di salsa e merengue sia a Puerto Rico che a all’estero. Verso la fine degli anni ’80 realizzò il suo grande progetto della creazione di un gruppo di ballo formato dai migliori ballerini di talento dell’isola che rappresentasse il suo particolarissimo stile e così nel 1989 fondò il gruppo “Los Jala Jala dancers” che sono rimasti un esempio per le future generazioni salsere.

Così lo stesso Papito descrive il suo gruppo: “Gli Jala Jala dencers sono formati da giovani scelti personalmente da me nei vari club notturni o durante le feste patronali. Sono ballerini che hanno sviluppato le loro capacità non attraverso gli studi accademici ma che hanno imparato a ballare per la strada. In questo sta la differenza: io gli insegno il mio stile e loro lo esteriorizzano con quel sabor de la calle unico che è tipico della nostra isola”. Di questo gruppo hanno fatto parte molti bravi ballerini tra cui Jhesus Aponte, Felipe Polanco, Jorge Santana, Tito Ortos, Joe Rodriguez, Roxana Gonzales, Vivian Ayala, Tania Santiago, Janet Orta e Alicia “Chacha” Seguinot che è ancora oggi considerata una delle più brave ballerine ed insegnanti di Porto Rico.

 Il gruppo partecipò a numerose trasmissioni  televisive e spettacoli teatrali assieme a cantanti famosi come Cheo Felìciano e Gilberto Santarosa; la loro apparizione più importante fu quella di New York al Madison Square Garden con l’orchestra Sonora Poncena. Gli Jala Jala dancers sono stati il primo gruppo portoricano a esibirsi in Italia in una turnèe in Europa e sono stati anche i primi ad esibirsi ufficialmente a Cuba in una manifestazione denominata “De aqui pa allà”: questa memorabile turnèe ha contribuito a riallacciare i legami tra i due popoli e nello stesso tempo ha influito sullo stile di Papito che ha incorporato nel proprio repertorio movimenti tipici della rumba e della timba cubana.

Lo stile di Papito e dei suoi ballerini si è sviluppato e perfezionato nel tempo senza mai allontanarsi troppo da quello più puro e tradizionalmente portoricano. Ce lo descrive così il suo stesso creatore: “Il mio stile è molto semplice ed essenziale e non passerà mai di moda perché è quello tradizionale. Quello che a me più interessa nel ballo è il sabor. Io non credo nelle figure vertiginose né nelle acrobazie. Le acrobazie lasciamole a Los Angeles o a New York! La nostra è una salsa che ha le sue radici nella strada e che dalla strada trae ancora oggi la sua ispirazione. Credo che la cosa più importante da ricordare è che la donna balla per l’uomo, l’uomo per la sua donna. La donna di conseguenza deve essere sempre molto femminile e sensuale, mentre l’uomo deve essere sempre bien macho ed aggressivo. Questo secondo me è il segreto del ballo!”

Papito si definiva un lavoratore portoricano appassionato di salsa tanto da considerarla parte di se stesso.

Egli era molto orgoglioso del lavoro svolto nel campo del ballo perché, pur non avendo avuto una preparazione accademica, aveva dato un grande contributo alla cultura del suo paese; era soddisfatto di aver insegnato nella sua scuola “la salsa che si balla con il cuore” che fa parte di se stessi e che si balla solo per puro piacere. Egli diceva: “io amo ballare e godo quando ballo” e lo faceva non solo per se stesso ma anche per il suo partner  e il pubblico che si divertiva con la “sua” salsa e il suo modo d’essere. Amava seguire personalmente e meticolosamente i suoi allievi per poterli correggere nei minimi particolari pur lasciandoli elaborare: lui voleva che le donne fossero femminili e sensuali ed i maschi virili ed eleganti; egli stesso curava l’abbigliamento dei suoi ballerini che venivano apprezzati dal pubblico per il loro stile e la grazia nei movimenti.

Da anni sofferente di diabete, il carismatico ballerino e coreografo Papito si spense a soli 48 anni nella il 9 ottobre del 2000 a causa di in infarto cardiaco lasciando a tutti noi l’eredità di una salsa elegante e passionale.

Dopo la sua scomparsa la scuola ed il suo gruppo sono stati guidati da Janet Orta, ballerina ed assistente prediletta di Papito che più conosceva ed interpretava il suo stile rimanendo fedele alla tradizione; ancora oggi dalla sua Accademia a Puerto Rico escono ballerini che tengono alta la tradizione della salsa portoricana e gli Jala Jala dancers collaborano con le orchestre più famose dell’isola. Papito Jaja Jala è stato menzionato in alcune canzoni di grandi artisti di salsa come “Sarabanda” di Josè Alberto el Canario, “En su lengua quedo”del Gran Combo de PuertoRico e “La conocì bailando” di Alex de Castro.

3 giugno 2007
By Giovanna Carità

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