Papito
non era un ballerino accademico ma un danzatore da strada, una persona creativa con eccezionali e naturali doti artistiche di
ballerino e coreografo; cominciò così a collaborare con molte orchestre famose
di salsa e merengue sia a Puerto Rico che a all’estero. Verso la fine degli
anni ’80 realizzò il suo grande progetto della creazione di un gruppo di ballo
formato dai migliori ballerini di talento dell’isola che rappresentasse il suo
particolarissimo stile e così nel 1989 fondò il gruppo “Los Jala Jala dancers”
che sono rimasti un esempio per le future generazioni salsere.
Così
lo stesso Papito descrive il suo gruppo: “Gli Jala Jala dencers sono formati da
giovani scelti personalmente da me nei vari club notturni o durante le feste
patronali. Sono ballerini che hanno sviluppato le loro capacità non attraverso
gli studi accademici ma che hanno imparato a ballare per la strada. In questo
sta la differenza: io gli insegno il mio stile e loro lo esteriorizzano con
quel sabor de la calle unico che è tipico della nostra isola”. Di questo gruppo
hanno fatto parte molti bravi ballerini tra cui Jhesus Aponte, Felipe Polanco,
Jorge Santana, Tito Ortos, Joe Rodriguez, Roxana Gonzales, Vivian Ayala, Tania
Santiago, Janet Orta e Alicia “Chacha” Seguinot che è ancora oggi considerata
una delle più brave ballerine ed insegnanti di Porto Rico.
Il gruppo partecipò a numerose trasmissioni televisive e spettacoli teatrali assieme a
cantanti famosi come Cheo Felìciano e Gilberto Santarosa; la loro apparizione
più importante fu quella di New York al Madison Square Garden con l’orchestra
Sonora Poncena. Gli Jala Jala dancers sono stati il primo gruppo portoricano a
esibirsi in Italia in una turnèe in Europa e sono stati anche i primi ad
esibirsi ufficialmente a Cuba in una manifestazione denominata “De aqui pa
allà”: questa memorabile turnèe ha contribuito a riallacciare i legami tra i
due popoli e nello stesso tempo ha influito sullo stile di Papito che ha
incorporato nel proprio repertorio movimenti tipici della rumba e della timba
cubana.
Lo
stile di Papito e dei suoi ballerini si è sviluppato e perfezionato nel tempo
senza mai allontanarsi troppo da quello più puro e tradizionalmente
portoricano. Ce lo descrive così il suo stesso creatore: “Il mio stile è molto
semplice ed essenziale e non passerà mai di moda perché è quello tradizionale.
Quello che a me più interessa nel ballo è il sabor. Io non credo nelle figure
vertiginose né nelle acrobazie. Le acrobazie lasciamole a Los Angeles o a New
York! La nostra è una salsa che ha le sue radici nella strada e che dalla
strada trae ancora oggi la sua ispirazione. Credo che la cosa più importante da
ricordare è che la donna balla per l’uomo, l’uomo per la sua donna. La donna di
conseguenza deve essere sempre molto femminile e sensuale, mentre l’uomo deve
essere sempre bien macho ed aggressivo. Questo secondo me è il segreto del
ballo!”
Papito
si definiva un lavoratore portoricano appassionato di salsa tanto da
considerarla parte di se stesso.
Egli
era molto orgoglioso del lavoro svolto nel campo del ballo perché, pur non
avendo avuto una preparazione accademica, aveva dato un grande contributo alla
cultura del suo paese; era soddisfatto di aver insegnato nella sua scuola “la
salsa che si balla con il cuore” che fa parte di se stessi e che si balla solo
per puro piacere. Egli diceva: “io amo ballare e godo quando ballo” e lo faceva
non solo per se stesso ma anche per il suo partner e il pubblico che si divertiva con la “sua”
salsa e il suo modo d’essere. Amava seguire personalmente e meticolosamente i
suoi allievi per poterli correggere nei minimi particolari pur lasciandoli
elaborare: lui voleva che le donne fossero femminili e sensuali ed i maschi
virili ed eleganti; egli stesso curava l’abbigliamento dei suoi ballerini che venivano
apprezzati dal pubblico per il loro stile e la grazia nei movimenti.
Da
anni sofferente di diabete, il carismatico ballerino e coreografo Papito si
spense a soli 48 anni nella il 9 ottobre del 2000 a causa di in infarto cardiaco lasciando a tutti noi
l’eredità di una salsa elegante e passionale.
Dopo la sua scomparsa la scuola ed il suo gruppo sono stati guidati da
Janet Orta, ballerina ed assistente prediletta di Papito che più conosceva ed
interpretava il suo stile rimanendo fedele alla tradizione; ancora oggi dalla
sua Accademia a Puerto Rico escono ballerini che tengono alta la tradizione
della salsa portoricana e gli Jala Jala dancers collaborano con le orchestre
più famose dell’isola. Papito Jaja Jala è stato menzionato in alcune canzoni di
grandi artisti di salsa come “Sarabanda” di Josè Alberto el Canario, “En su
lengua quedo”del Gran Combo de PuertoRico e “La conocì bailando” di Alex de Castro.
3 giugno 2007 By Giovanna Carità
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